Pagine

Tre poesie di Herman Melville


Le tre poesie sono tratte dalla raccolta "Poesie di mare minori", in Melville Herman, Opere, a cura di Massimo Bacigalupo, Milano, Mondadori, 1991, volume secondo.









Le isole desiderabili
Da Rammon

Per tempesta le raggiungi e dalle tempeste ti liberi.
Di lontano intraviste, la prima è cupa di tinta,
ma, da vicino, verde; e sulla costa il mare
fa un tuono basso e una nebbia di rugiada prismatica.

Ma entroterra, dove il sonno che avvolge le colline
un sonno più sognante istilla, il rapimento di Dio,
su altopiani alonati, nel deliquio di brezze vagabonde,
palme lente ondeggianti salutano il cipresso d'amore 
giù per la valle dove ruscelli ciottolosi modulano
un canto per lenire ogni gioia e ogni dolore.

Mirti muschi son qui in molte vallate,
dove, a greggi, che miriadi giacciono dalle guance infuocate
che il sogno increspa: affatto inconsapevoli dormono,
mentre senza fine le onde sulle spiagge muoiono.


Traversando i tropici
Da La Saya-y-Manta

Mentre la Stella Polare tramonta ai nostri occhi, 
la Croce del Sud sale in cielo,
ma la tua perdita, mio amore, mia luce,
sposa per una sola notte di nozze,
nessuna gioia che sorge supplisce.

Amore, amore, gli alisei soffiano a poppa
e te, da te, regolari allontanano.

Di giorno il mare blu e argentato
e il rintocco delle acque appena marezzate:
non queste né le stelle di Gama per te
agogno come Gama agognava la terra.

Desidero, ardo, mi volgo indietro
il cuore si getta a poppavia.

Quando, falciati dal nevischio, scendiamo
dove infuria l'anno inverso del globo,
la rosa tutta la tua veranda abbraccerà,
nondimeno il tuo cuore per me languirà,
che doppio l'ultimo tremendo capo del mondo.

O amore, o amore, questi oceani immensi:
amore, amore, par già di essere morti.


A Ned

Dove è il mondo che girammo, Ned Bunn?
C'erano anfratti ricchi d'ombre
inviolate dai vecchi viaggiatori, profonde
prima che il ficcanaso viaggiasse per affari.
A noi vecchi ragazzi viene da pensare:
girammo un mondo che i ragazzi giovani
non potranno più girare.

Né meno, Ned, la vecchiaia minaccia
se, stanco delle vacanze consuete, 
il cercatore di piacere fuggirà
verso i nostri porticcioli panteisti:
boscose isole Marchesi che siano
Eden autentici in un mare pagano.

Il fascino di scene ignoto sarà di richiamo 
e, Ned, una leggenda suggerirà quella fuga:
gli imboscati fra i Taipi, sotto stelle 
sconosciute alla Notte di mezza di Shakespeare:
uomini che, pur perduti all'età di Saturno,
non sentirono la vita come un pellegrinaggio in Siria.

Ma dimmi, forse il turista troverà
immutate le nostre isole dall'alone violetto
come ci innamorarono quanti quanti anni,
ah, Ned, quanti anni fa?
Certo, Adamo procede di buon passo,
ma non sono viole a indicarne il progresso.

Noi invece, all'ancora della bonaccia,
scoprimmo il languore della Psiche indiana,
e, fantasticando, respirammo balsami originari
di Eden non ancora invasi:
increduli che potesse due volte il mortale
- qui e di là - un Paradiso toccare.


Nessun commento:

Posta un commento