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Reverdy, ovvero la pittura smarrita nella poesia... (Le illustrazoni delle edizioni di Pierre Reverdy)


Pierre Reverdy viene spesso ricordato come un poeta cubista, questo per la vicinanza agli ambienti pittorici e per una naturale predisposizione al linguaggio figurativo; linguaggio che fu in grado di trasportare sulla pagina scritta. A Parigi frequentò tutti i più grandi pittori cubisti e non solo. Queste amicizie, del resto, sono evidenti dalla sua bibliografia; una rapida scorta infatti evidenzia che, esclusi gli esordi, quasi tutte le pubblicazioni di Reverdy furono accompagnate da disegni, incisioni, acqueforti di artisti come Braque, Picasso, Gris, Modigliani, Chagall ecc..
Sul suo rapporto con il linguaggio figurato sono emblematiche le parole di Pablo Picasso:  "Reverdy, ovvero la pittura smarrita nella poesia..." e poi più avanti "Parla di pittura come noi, non da letterato, da pittore". 
Reverdy, che mai volle definirsi poeta cubista, fermamente convinto che ogni arte dovesse impiegare i propri mezzi specifici, con gli amici cubisti, Braque e Picasso soprattutto, condivideva quella ingenuità di sguardo, privo cioè di ogni preconcetto, grazie al quale rappresentare non la qualità di un oggetto, bensì la sua essenza. E forse, ancor di più, condivideva, con i maestri sopracitati del cubismo, il rigore della loro arte e la loro serietà intellettuale. Si potrebbe dire che Reverdy, nonostante o grazie alle sue frequentazioni pittoriche, fu il più poeta dei poeti, proprio perché si sforzò di portare avanti un discorso esclusivamente poetico, realizzato con i soli mezzi propri della lingua, usati non per scopi comunicativi ma a fini espressivi; lo dimostra anche il sacro rispetto nei confronti della poesia che mai piegò, anche quando le circostanze lo avrebbero giustificato, come durante l'occupazione tedesca della Francia, alla propaganda, seppure di valori e ideali incontestabili. Tutto quello che di pittorico può trovarsi nella sua poesia, lo è solo in apparenza, in quanto, come ogni altro mezzo utilizzato nei suoi versi, contribuisce ad un fine poetico, l'unico è solo fine di tutta la sua arte, come testimoniano scritti come Cette émotion appelée poésie o Circonstances de la poésie.
La sua poesia, del resto, fu eccezionalmente sincera. Jaques Dupin ebbe a dire: "Dalla sua nascita alla sua morte, e più lontano, fino a noi, Reverdy non ha mai mentito". Reverdy non ci ha mai portato al di là di quanto avesse sperimentato, creduto o raggiunto; e in questo senso sono emblematiche le parole con cui Picasso descrive la propria arte, indicando, potremmo azzardare, il motivo per cui Reverdy amò Picasso e il cubismo: "Quando dipingo il mio obiettivo è mostrare ciò che ho trovato, e non ciò che sto cercando". E forse, queste parole, valgono ancora di più per l'opera poetica di Reverdy.

L'intento di questo post, tuttavia, non è quello di approfondire i rapporti tra Reverdy e l'arte figurativa o il cubismo, quanto quello di elencare una bibliografia delle opere di Pierre Reverdy le cui prime edizioni furono accompagnate da illustrazioni originali.

Bibliografia delle prime edizioni con illustrazioni delle opere di Pierre Reverdy

1918 - Les ardoises du toit, avec deux dessins de Georges Braque (Imprimerie Birault)
















1918 - Les jockeys camouflés, avec cinq dessins d'Henri Matisse (Imprimerie F . Bernouard). Cette édition fut désavouée par le poète et par l'illustrateur. La « seule approuvée », avec l'achevé d'imprimer du 30 décembre 1918, fut tirée chez Birault.
 
 




















1919 - La guitare endormie, avec quatre dessins de Juan Gris (Imprimerie Birault)




















1921 - Étoiles peintes, avec une eau-forte d'André Derain (Paris, Sagittaire)
 



















1921 - Coeur de chêne, avec huit gravures sur bois par Manolo (Éditions de la Galerie Simon)




















1922 - Cravates de chanvre, avec trois eaux-fortes de Pablo Picasso (Éditions Nord-Sud)

















1925 - Écumes de la mer, [recueil anthologique] avec un portrait de l'auteur par Picasso (Gallimard)
















1928 - La balle au bond, avec un portrait de l'auteur par Modigliani (Marseille, Les Cahiers du Sud)




















1929 - Sources du vent, avec un portrait de l'auteur par Picasso (Maurice Sachs éditeur)



















 
1930 - Pierres blanches, poèmes, avec un portrait photographique de l'auteur et un frontispice par Marc Chagall (Carcassonne, Éditions d'art Jordy)

1946 - Visages, quatorze lithographies d'Henri Matisse accompagnées de poésies par Reverdy (Paris, Éditions du Chêne)













 
1948 - Le chant des morts, avec 125 lithographies de Pablo  Picasso (Tériade éditeur)

 




























1950 - Une aventure méthodique, avec douze lithographies en couleurs et vingt-six en noir et blanc de Braque (Paris, Mourlot)
















 
1953 - Cercle doré, avec une lithographie par Georges Braque (Mourlot)



















 1955 - Au soleil du plafond, avec onze lithographies par Juan Gris (Tériade éditeur)

















 

1959 - La liberté des mers, avec 6 lithographies en coleurs et de nombreux ornaments en lithographie en noir par Georges Braque (Éditions Maeght)


















 


1966 - Sable mouvant, avec dix aquatintes par  Pablo Picasso (Paris, L. Broder éditeur)























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